Vagabondare in quel di Bergamo: Città Alta
Bergamo: la mia città. Un posto che, tuttavia, ho scoperto e riscoperto solo nell’ultimo anno. Vivendo nell’alta bergamasca, erano rari i casi in cui scendevo in città. Pressoché mai. Non ero abituato a stare in mezzo a così tante persone, fra turisti di tutta Europa che qui passano qualche ora dopo essere atterrati all’aeroporto di Orio al Serio, spingendosi, com’è normale che sia, fino in Città Alta, luogo iconico e prestigioso.
Ovviamente anch’io, le prime volte che andai a Bergamo ci tenni a visitare Città Alta, con le sue mura impossibili da non fotografare, i suoi edifici storici e medievali, i suoi vicoli stretti che raccontano di un tempo che pare andato, e infine riscoperto, il suo charme antico, la sua poesia architettonica che parla dritto all’anima.
Piazza Vecchia è dove tutti quelli che vengono a visitare questo luogo si riuniscono. Per fare un aperitivo, per mangiare un piatto di casoncelli nostrani o, più semplicemente, fotografare edifici risalenti ai secoli scorsi.
Proprio di fianco a questa piazza c’è l’edificio in cui ha sede la Biblioteca Angelo Mai, una delle più antiche di tutta Italia, aperta quasi 300 anni fa, che fa da scrigno a circa un milione di reperti bibliografici, fotografici e musicali.
Si può visitare ogni weekend, Città Alta, e ad ogni weekend trovare un nuovo, inaspettato vicolo, un nuovo scorcio, una nuova scena in cui perdersi nel dolce romanticismo italiano, come se fossimo catapultati nell’antica epoca del compositore Donizetti, originario proprio di Bergamo.
Sempre qui ha sede il Museo Donizettiano. Si tratta, in realtà, di poco più di una stanza, ma merita una visita, anche fosse per perdersi per qualche minuto all’interno della storia del compositore, nell’elegante bellezza della musica classica, approfondendo nel frattempo la storia di Bergamo stessa. Qui potrete visionare lettere, componimenti e oggetti vari della vita di tutti i giorni del musicista bergamasco.
Se poi amate leggere, e volete farlo in una condizione di assoluto ed estasiato piacere, vi consiglio di farlo stando seduti su una delle tante panchine lungo le mura venete, oppure, più semplicemente, sdraiarvi sul prato e godervi la brezza autunnale o primaverile, con l’ultimo o il primo sole della stagione, e perdervi in quella che è, a tutti gli effetti, la grande bellezza – artistica, culturale, mentale, nonché un patrimonio e un privilegio italiano.
Città Alta è uno scrigno. E’ la ragione dell’orgoglio del popolo bergamasco, e la ragione delle visite del resto degli italiani in questa città del Nord Italia. Non sarà una Venezia, una Firenze o il Sud Italia ma Bergamo ha tantissimo da offrire, dalla parte più bassa e centrale, fin oltre le mura venete.
Ritengo inoltre che un punto a favore di Città Alta sia proprio la presenza, oltre che di ristoranti tipici che propongono cibo locale, anche di vari negozietti d’artigianato o, comunque, di nicchia, che rispecchiano moltissimo le “vibes” che si respirano camminando qui.
Dalla prima volta che vi sono salito, proseguendo poi per i miei vagabondaggi in città nell’arco di oltre un anno, cercando sempre di vedere e scoprire qualcosa di nuovo e diverso, ho visto aprire, ad esempio, lungo la via centrale: una piccola libreria che offre una buona quantità e qualità di libri sulla storia locale di Bergamo, ma anche la presenza di boutique d’arte per la vendita di quadri fino a oggetti vintage per l’arredamento della propria casa.
Per chi ama i mercatini d’artigianato, a ridosso della Piazza della Cittadella, che è l’entrata “ovest” di Città Alta, molto spesso la domenica si possono trovare alcune chicche, come dipinti d’acquarello o, comunque, banchetti nei quali spulciare, rallentando il tempo e dedicandolo a sé stessi.
C’è poi moltissimo altro che si può fare qui: dal Museo di Scienze Naturali a una bella (e faticosa) camminata fin su a San Vigilio, fino alla salita al “Campanone” dalla quale si può godere di una privilegiata vista su tutta la Città Alta.
Senza dimenticare le diverse e sempre interessanti mostre temporanee che qui si tengono durante l’anno. L’ultima, nella quale purtroppo non ho potuto scattare foto, era una piccola ma gradevolissima esposizione di dipinti di autori locali. Alcuni, da “ignorante” in materia d’arte visiva, li ho trovati bellissimi, quasi da non riuscire a staccarmene.
Più recentemente ho assistito, sempre in Città Alta, a una lunga e gradevolissima esposizione di fotografie a tema multiplo: dall’Africa al cambiamento climatico, dall’espressione della femminilità a foto e ritratti di famiglia. Ecco di seguito alcune foto.
Qui invece quella che, probabilmente, è la mia foto preferita di tutta la mostra. Ne sono folgorato.
Vagabondare – termine italiano del francesismo, che pure amo, flaneur – lungo le mura e per i vicoli di Città Alta rappresenta un piacere per gli occhi, per la mente, un balsamo rigenerante per l’anima.
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