Racconto: “C’è poesia in qualunque cosa”
Era uno di quei primi giorni d’estate che riescono a colmare di energia e gioia le persone. I compagni di Luca erano tutti presenti sul grande piazzale in centro al paese. L’asilo era terminato da pochi giorni, e tutti loro si sarebbero rivisti qualche mese più tardi in prima elementare. Quante nuove avventure si prefiggevano davanti a loro! I bambini correvano, scherzando liberamente fra di loro. Il clima tutto attorno era vivace e festoso.
Luca saltellava qua e là emozionato da quell’imminente evento. Mamma Carlotta guardò il figlio e gli sorrise con dolcezza, calma e felicità.
«Sei pronto Luca?» gli chiese, abbassandosi alla sua altezza, mettendogli una mano fra i capelli, con la dolcezza che solo una mamma sa avere nei confronti di un figlio.
«Che bello mamma! Andiamo a prendere il palloncino!»
Mamma e figlio si avvicinarono a una delle maestre, la quale chiese al bambino di che colore lo volesse, e Luca ne scelse uno di un colore verde intenso. Molti altri l’avevano già nelle loro mani, pronti per il lancio verso la gloria e l’immensità del grande cielo blu sopra le loro teste.
Era un evento che si teneva tutti gli anni in paese: il lancio dei palloncini da parte dei bambini che dall’asilo sarebbero passati alla scuola elementare. Una sorta di invocazione verso le speranze del futuro.
A un certo punto una voce al microfono disse: «Siete pronti bambini? Al mio tre. Uno… due… tre!» E tutti i bambini rilasciarono divertiti i palloncini nell’aria, che li sospinse verso l’alto. Quante vibranti gradazioni di colore, quanto entusiasmo!
Luca guardò il suo palloncino sollevarsi in aria, poi guardò curioso tutti gli altri palloncini e i bambini attorno a lui, e infine chiese: «Mamma, dove sta andando il mio palloncino?»
Carlotta lo guardò dapprima in silenzio, poi lo baciò sulla testa e infine gli disse: «Sta andando da papà, amore mio».
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Foto di Ankush Minda su Unsplash