La famiglia McFarland era partita dal Colorado per un weekend a Yellowstone. Luke, sei anni, era stato visibilmente emozionato per tutta la durata del viaggio, per quella che divenne la sua prima avventura selvaggia fuori dai tranquilli confini della propria cittadina di periferia.
Era l’ultimo giorno di vacanza e i McFarland si alzarono di buon’ora per visitare la loro ultima attrazione: la Grand Prismatic – una grande e circolare sorgente di calore dai colori saturi e pieni che sembrano dipinti da un pittore impressionista nel culmine della propria attività creativa.
Dapprima visitarono questa stupefacente attrazione naturale dalla passerella che ne scorre lungo il suo dorsale, e poi si spostarono verso un sentiero rialzato.
Fu qui che il papà di Luke gli chiese: «Allora, ti è piaciuto Yellowstone figliolo?» Sarebbero ripartiti per il Colorado poco più tardi quello stesso giorno.
«Sì. Da grande diventerò un ranger del parco!» esclamò entusiasta il bambino.
I genitori sapevano di avere tutti i motivi per credere alle sue parole.
Quando si stavano allontanando dall’area, la mamma notò che il figlio lasciare un piccolo orsacchiotto di peluche che aveva portato con sé sul cornicione del sentiero.
«Tesoro, non dimentichi qualcosa?» gli chiese, indicando il pupazzo.
Luke si girò di scatto, lo guardò in silenzio e in silenzio rimase per alcuni secondi.
«No» disse con convinzione. «Io e Mr Cuddles ci siamo fatti una promessa.»
«Quale promessa?» chiese sua mamma.
«Se lui rimarrà qua io avrò un motivo per tornare.»
«Amore, se lo vorrai ci sarà sempre un motivo per tornare.»
«Lo so» rispose Luke, che tanto amò questo viaggio e questo immenso parco e riserva naturale. «Ma, insomma» continuò, storcendo un po’ la bocca, «meglio esserne sicuri».
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