Poesia: “Questa notte ho sognato Verona”
Quando ho scoperto Verona due anni fa – la prima città italiana che ho visitato dopo Bergamo, mio luogo di nascita – ho subìto una sorta di folgorazione. Mi sono innamorato del centro storico, di Veronetta, del lungo Adige, dell’architettura, del quieto e lieto vivere, delle persone, delle librerie… Insomma, mi ci sono immediatamente trovato come a casa. Un anno dopo sono tornato per un paio di giorni, e ho avuto una nuova, decisa conferma, di ciò che provai la prima volta: Verona, per me, è un po’ il luogo dell’anima quando sono in Italia.
La poesia che segue l’ho scritta durante il mio secondo soggiorno in città, poche ore prima di tornare. Buona lettura.
“Questa notte ho sognato / la bella e tenera Verona, / il gracile sogno di una casa / finalmente italiana alla quale
potessi spalancare il mio cuore. / Il florido bocciolo veronese / furono le radici di una rosa / nata da un cuore di pietra.
E’ questo ciò che accade quando / l’arte si somma al gentil vivere. / Quando la dolce lirica del Bardo / dipinge Castelvecchio dell’ultima
crepuscolare luce al tramonto. / Ma non ingannate voi stessi! / Verona è viva e pulsante, là dove / tragedia divien romantica commedia.
Il suo sapore è un po’ praghese / ma ha qualcosa di parigino / come un basco sul volto / che adombra la rotondità dei suoi occhiali
di voce e spirito e cuore e luce. / Oh Verona, dolce Verona, / tu sì che sei propria bella, come / l’onda dei capelli della tua Giulietta.”
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