Africa

Tangeri e la sua medina

Camminare all’interno della medina di una città araba è un’esperienza entusiasmante tanto quanto alienante. E’ meraviglioso perdersi nelle sue stradine, ma può anche essere spaventoso. E’ un’esperienza nell’esperienza più totalizzante del viaggio. Quando siete nella medina di una città araba – come, in questo caso, nella relativamente piccola di Tangeri – dimenticatevi di Google Maps (tanto, difficilmente prenderà), ma soprattutto vi toglierebbe quella purezza legata al gusto della scoperta e dell’ignoto. Stiamo infatti parlando di un luogo talmente diverso da ciò a cui siamo abituati in Europa che va scoperto, conseguentemente, in modo diverso: con gli occhi, certamente, ma anche con lo spirito, con il più intenso trasporto del cuore, con l’olfatto e, non per ultimo, con l’istinto. Lasciate perdere invece l’orientamento: se non siete nativi di qui, inevitabilmente vi perderete. E’ anche questo il bello. Tutte le stradine vi sembreranno uguali. Sarete convinti che vi conducano da una parte, e invece sbucherete in tutt’altro luogo o, magari, addirittura in un vicolo cieco. Per questo il consiglio numero uno è: lasciatevi ispirare. E godetevi – senza ansia né preoccupazione – questo sentimento esplorativo.

Ma torniamo a Tangeri. La zona alta è la Kasbah, ossia un’area fortificata – pulita, elegante, con alcuni ristorantini iconici nei quali gustare specialità tipiche e poi, con scorci che all’improvviso si aprono e buttano il vostro sguardo direttamente sul profondo blu del Mar Mediterraneo antistante. Una camminata mattutina qui è rilassante e piacevole: le attività, infatti, aprono tardi (e chiudono altrettanto tardi). Incontrerete bellissimi edifici in stucco bianco, curati e ben tenuti. Vi colpiranno anche le diverse porte blindate delle case, finemente decorate e di innumerevoli colori, oltre che le centinaia (letteralmente!) di gatti che, placidamente sonnecchiano sul ciglio della strada.

Una delle tante porte finemente decorate di Tangeri. Photo Credit: Tiziano Brignoli

Scendendo verso il centro vero e proprio, che possiamo circoscrivere a tutta l’area che sale e scende dal Petit Socco fin su al Grand Socco troverete, di nuovo, diversi bar (dove sorseggiare, inevitabilmente, un dolcissimo tè alla menta), ma anche strade colme di persone e bazar coloratissimi, con i proprietari che sono degli abili venditori. Scambiate con loro qualche parola, divertitevi a parlarci, raccontategli da dove venite, lasciatevi ispirare dalla loro capacità affabulatoria. E’ il naturale gioco delle parti di ogni medina. E’ divertente e arricchirà il vostro viaggio di molto. E poi lasciatevi andare a qualche acquisto tipico che, devo dire, a Tangeri ho sempre trovato essere conveniente perfino senza alcun tipo di contrattazione sul prezzo.

Uno dei bazar a ridosso del Petit Socco. Photo credit: Tiziano Brignoli
Il Grand Socco. Photo Credit: Tiziano Brignoli

Per quanto piccola e condensata, la medina di Tangeri è un arricchimento per l’animo, per il cuore e per il gusto umano della scoperta e del bello. In alcuni punti vi sembrerà perfino di venire catapultati in una scena dell’Arabia del 1300 (cosa che, suppongo, è abbastanza comune a molte medine attorno all’Africa del Nord e del Medio Oriente). Non c’è stato giorno che ho passato in questa città al confine fra Europa e Africa in cui non ho avuto piacere e non mi sono divertito nello scoprire stradine, vicoli, scorci, edifici sempre nuovi… Fino al momento in cui, proprio mentre stavo sorseggiando un delizioso tè alla menta al Café Baba, con vista su tutta la medina sottostante, mi sono ricordato che, di lì a poco, ci sarebbe stato il richiamo alla preghiera del muezzin, così sono uscito dal locale e mi sono immerso in quest’altra esperienza, non soltanto dal sapore religioso, ma anche mistico ed esistenziale…

Qui puoi trovare una poesia in prosa che ho scritto, a caldo, appena tornato dal mio viaggio a Tangeri.

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