L’adolescenza: età della follia
Premessa dell’autore: oggi 5 ottobre 2024 compio trentadue anni. Ho scritto il testo che segue l’anno scorso, un giorno dopo averne compiuti trentuno, finalmente consapevole che le ansie esistenziali e la depressione si stanno diradando, e il percorso di psicoterapia sta dando gioia e ampiezza al mio cuore, al mio spirito e alla mia voglia di vivere ed esistere. Buona lettura.
Sto scrivendo questo testo il 6 ottobre 2023, un giorno dopo aver compiuto trentuno anni. Lo sto scrivendo all’interno di una delle più antiche biblioteche d’Italia: la Angelo Mai di Bergamo, nella meravigliosa e medievale cornice di Città Alta. Certo, i pregi custoditi a Oxford… o quale gioia per l’occhio leggere nella Braidense di Milano! Ma se potete venite nella Città dei Mille, passeggiate lungo le mura con i colori dell’autunno che dipingono i vicini colli. E infine, entrate nella Angelo Mai, cercate nei cataloghi meravigliosamente rilegati in questo scrigno di sapere, e certamente imparerete ad amare ancor di più non solo la Letteratura, ma il Libro in quanto oggetto, in quanto custode del sapere universale. (Articolo suggerito: vagabondare in quel di Bergamo: Città Alta).
Per la prima volta in oltre trent’anni sono felice perché consapevole che la mia vita sta prendendo – non con poca fatica, non con pochi pianti, non senza timori né dubbi esistenziali – una direzione verso una maturità psicologica ed emotiva, che mi è sempre mancata e, di conseguenza, crescendo mi è mancato un necessario equilibrio psicologico, necessario per poter affrontare anche le più “banali” incombenze quotidiane. Ansia, depressione e malesseri sociali definiscono le vite delle persone in modo quasi totale, avvolgente come una morsa.
E’ spettacolare sapersi un trentunenne che finalmente ha la sensazione chiara e tangibile di non essere più un individuo invisibile e misconosciuto (anche a sé stesso), un adolescente che si sente un ottantenne, rinchiuso in una casa di riposo che è, in primo luogo, quella della sua mente.
Per quanto assurdo ciò possa sembrare, mi sento molto più adolescente adesso rispetto a quindici anni fa. Ho tanto entusiasmo che mi scorre nelle vene e la voglia di scoprire ciò che il mondo ha da offrirmi, nonché ciò che io ho da offrire al mondo. «Quello che le sta succedendo, Tiziano – mi direbbe la mia psicologa – è il poter vivere adesso, a trent’anni, ciò che non ha avuto la possibilità di vivere, per questioni emotive e familiari, quando era effettivamente nell’età dell’adolescenza».
Sì, è proprio bello (e anche un po’ spaventoso) sentirsi un adolescente. Ve lo dice questo neo trentunenne. Certo, è disorientante. Non è sempre chiaro ciò che si sta facendo o dove si sta andando o si vuole andare. Ma ci sono anche momenti stimolanti, di profonda gioia, una convulsione di emozioni interiori che, alcune volte, lasciano sfiniti, scossi e piangenti, ma altrettanto spesso offrono la possibilità di vedere il mondo con una tonalità, una sonorità, un’ampiezza e una varietà di colori e sfumature che nemmeno quando si è bambini, né tanto meno quando si diventa adulti pienamente sviluppati, si possiede allo stesso modo.
E’ per questo che l’adolescenza – in qualunque momento essa sia vissuta – è l’età della follia. Del pianto che si alterna alla risata. Come se noi fossimo la migliore interpretazione del Joker di turno. E’ il tempo dei Rolling Stones nelle orecchie che si alternano alla liricità di Giuseppe Verdi mentre si legge un libro. Della voglia di andare nella vivace Londra e poi scappare il più lontano possibile dalla società, giù nella Savana africana. E’ un’età/non-età che, a suo modo, non è proprio sana ma è molto speciale e molto fertile. Un terreno da coltivare con amore e dedizione per poter diventare adulti migliori. E’ il tempo della scoperta di sé, e c’è cosa più bella di questa?
Come diceva John F. Kennedy: «La chiamata è per chi è giovane nel cuore».
Ti consiglio anche questa poesia – O cara, O perduta Patria! – che ho dedicato alla mia graduale, costante ed entusiasmante scoperta delle bellezze (e della lingua) italiana.