Le mie letture di ottobre 2023
Ode laica per Chibok e Leah, del Premio Nobel per la Letteratura Wole Soyinka (5 stelle). Di seguito un brano del testo che mi ha colpito molto: «Mostrami quale fede riduce a undici anni / l’età della maternità, e io ti condurrò / nella foresta dove Chibok cova / stigmate di fistole vaginali, stupro nuziale».
Le parole ritrovare, di Tiziano Terzani (5 stelle). Mi è stato fondamentale per ricordarmi, con ancor più forza e necessità, che «il terrorismo non lo si sconfigge con la guerra, ma annullando le ragioni stesse del terrorismo».
I racconti del libraio, di Martin Latham (4 stelle).
Non siamo capaci di ascoltarli, di Paolo Crepet (5 stelle).
Possiamo farcela: discorsi sulla serietà in politica, di Angela Merkel (5 stelle).
Non leggete i libri, fateveli raccontare, di Luciano Bianciardi (3 stelle).
Dagherrotipi, di Karen Blixen (2 stelle, abbandonato).
Il libro come accesso al mondo, di Stefan Zweig (5 stelle).
Una giornata con Tabucchi, collezione di scritti di più autori (4 stelle).
Il terrorismo spiegato ai nostri figli, di Tahar Ben Jelloun (4 stelle). Un libro importante, di relativamente facile lettura, che analizza le ragioni del terrorismo e le conseguenze morali, psicologiche ed emotive sulla società.
Un giorno ancora, di Mitch Albom (5 stelle). Un romanzo dolcissimo e allo stesso tempo triste e malinconico, che ci ricorda dell’importanza di non perdere né sacrificare momenti importanti con i nostri genitori (in questo caso con la propria madre) finché sono in vita.
L’Islam è una minaccia: falso, di Franco Cardini (3.5 stelle). Un’analisi interessante che indaga i valori e conflitti del mondo islamico. L’ho trovato un po’ troppo “tutelativo” nei confronti del radicalismo religioso.
Cambogia: diario di un viaggio in solitaria, di Federica Puccioni (5 stelle). Un bellissimo e scorrevole viaggio nei paesaggi, nelle persone e nelle tradizioni cambogiane.
Il peso della memoria, di Wole Soyinka (3 stelle).
Storie di fantasmi per il dopocena, di Jerome K. Jerome (3.5 stelle).
Gaza: restiamo umani, di Vittorio Arrigoni (5 stelle). Un reportage prezioso e talmente intenso da rendere la lettura quasi fisicamente faticosa. Fondamentale per comprendere bene le condizioni disumane nelle quali vivono i palestinesi, specialmente della Striscia, sotto il colonialismo e i bombardamenti repressivi israeliani.
La prossima volta il fuoco, di James Baldwin (5 stelle). La scrittura di Baldwin è scorrevole e comprensibile. Ci permette di entrare sia nella mente resiliente del «negro americano» tanto quanto in quella ideologica e per questo anche timorosa del cambiamento del bianco.
La felicità è una cosa semplice, di Francesca Ruvolo (3.5 stelle). Un libro perfetto per viaggiare con la mente, però davvero troppo superficiale e riduttivo. No: viaggiare per 365 giorni l’anno non la definirei una “felicità semplice”.
Un indovino mi disse, di Tiziano Terzani (3.5 stelle). Un bel libro nel quale c’è tutta l’anima dello scrittore fiorentino. Un testo che, però, va letto nel giusto momento della propria vita, e in diverse parti risulta un po’ troppo prolisso. Nonostante ciò, sono diversi i passaggi da sottolineare e sui quali soffermarsi a riflettere.
Perché scrivo, di Joan Didion (3.5 stelle).
Africa: reportages, di Pietro Veronese (5 stelle). Racconti di guerra, povertà, diritti e umanità, da e sull’Africa.
A proposito di filtri d’amore, di Jerome K. Jerome (4 stelle).
Bali: appunti e colori dall’isola degli dei, di Cabiria Magni (5 stelle).
Sarai un uomo, figlio mio, di Rudyard Kipling, con uno scritto di Vittorino Andreoli (5 stelle). La poesia di Kipling è brevissima, ma quanto più intensa. La successiva analisi del Dott. Andreoli è fondamentale per sviscerarla meglio, da un punto di vista psicologico, emotivo ed umano.
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