Poesia

Poesia: «Con il più sfavillante e silenzioso amore»

Ieri (8 agosto 2024) ero in una caffetteria della mia città, seduto su un divanetto a leggere un libro. Come sempre, sorseggiando un caffè freddo, alzai lo sguardo e mi guardai un po’ attorno. Troppa è, ogni volta, la curiosità di osservare e provare a intuire storie umane: uno scrittore in azione, potremmo dire. Un paio di amiche probabilmente di origine nordica, che lavoravano al computer e si scambiavano qualche divertita confidenza di tanto in tanto, con il trolley al loro fianco. E ancora una ragazza più distante concentrata sul suo laptop. Un paio di amici che sembrarono essere felici di quell’incontro e di quei minuti da poter trascorrere assieme.

Ebbi piacere nell’osservare tutto ciò. Mi fece sentire bene, giovane quale sono, ma come troppo spesso non mi sento e per molto tempo non mi sono sentito. Mi fece sentire parte di una comunità. Io ardo disperatamente della voglia di vivere la mia giovinezza, anche se molto spesso mi sento impotente di fronte alla vita. Alcune volte mi sento slanciato. Altre volte paralizzato.

Osservare questi giovani ragazzi e ragazze mi ha dato tanta gioia nel cuore, ma allo stesso tempo – quasi contemporaneamente – mi ha ricordato che io sono solo, che forse lo sarò per sempre, e che la mia esistenza sarà, fin quando morirò, un tentativo per vivere il più felicemente possibile, quando mi è molto facile lasciarmi andare al dolore e a stati d’animo depressivi. Insomma: un desiderio impellente di stare bene e trovare pace nel mio cuore ma, allo stesso tempo, una mente che inesorabile continua a volermi sabotare.

E così è nata, in pochi minuti, proprio lì, su quel divanetto, questa poesia. Spero vi piaccia, e non mi resta che augurarvi buona lettura…

“Vi amo, giovani d’ogni epoca, / della gioventù nel corpo / della giovinezza nell’animo. / Amo come osservate / con l’alba nell’iride. / Amo le vostre candide / labbra, dense di rossore. / Amo la vostra gioia che / non fa spazio al rancore. / Amo l’amore che sapete dare / che io mai ebbi, e che mai diedi. / Amo come le vostre gambe / accentuano lo slancio / del vostro glabro corpo. / Ho sangue avvelenato nelle vene, / vi guardo: perché anch’io non / provo il vostro sensuale piacere? / Per me il piacere significa soltanto / sapere che oggi non è giorno di morire. / Mentre in voi sboccia la Natura / e sorge il sole senza sonnecchiare. / In voi vedo il risveglio del divino. / La cenere di cui sono fatto / si rinfocola sulla fiamma / della lietezza del vostro spirito.

Voi troppo attenti non sapete / osservare me che v’osservo e / con così tanto dolore nel cuore / vi amo del più sfavillante / e silenzioso amore.

Baciami, ‘o giovin fanciulla! / Consigliami, ‘o amico caro! / E ditemi, allorché mi domando: / di me voi cosa vedete? / Nelle mie parole, il gelido vento / del Nulla.”

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Foto di Helena Lopes su Unsplash. Tutti i diritti riservati, ©2024 Tiziano Brignoli.

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